domenica 1 gennaio 2012

L'insicurezza del pacchetto sicurezza

alcune riflessioni in forma di racconto
Ieri ho partecipato ad una cerimonia religiosa presso una chiesa pentecostale di nigeriani.
Non è certo il mio passatempo domenicale preferito e di solito frequento le chiese (pentecostali e non) il minimo indispensabile (matrimoni, battesimi, funerali, ecc).
Ma stavolta ero obbligato a presenziare, non c'è scusa che tenga, la battezzata è mia figlia e la moglie non ammetteva obiezioni...
Sono anni che frequento le chiese pentecostali, di solito l'impressione che ne ho è un mix di divertimemto per il clima carnevalesco e danzante e la noia per la durata estenuante delle cerimonie. E c'è anche un pò di fastidio, quando passano a chiedere l'offerta.
Comunque, presa a piccole dosi, si può fare.
Ieri però ho notato qualcosa di insolito.
Nella preghiera finale, quella in cui si invocano grazie, favori, salute e benefici vari, più volte la pastora (o pastoressa?) ha invocato il Signore (Jesus the Lord) perchè concedesse a tutti la grazia suprema, che nello specifico consisteva nell'ottenere il Permeso di Soggiorno.
Mi sono guardato intorno curioso, sono anni che frequento clandestini e umanità migrante varia, ma questa è la prima volta che sento pregare per il pemesso di soggiorno.
In precedenza mi era capitato di sentire qualcuno ringraziare pubblicamente The Almighty per avere raggiunto finalmente il permesso di soggiorno, ma mai mi sarebbe venuto in mente che un'intera comunità religiosa si impegnasse per quasi 5 minuti in una preghiera collettiva per il permesso di soggiorno.
E' l'effetto del pacchetto sicurezza, la retorica leghista contro i clandestini genera i suoi frutti ed in primis mette insicurezza proprio ai migranti.
Espulsioni, divieto di cure mediche e di iscrizione dei figli all'asilo, detenzione nei CIE, controlli, retate e porcherie simili stanno sempre di più alimentando un clima di paura fra i migranti, anche quelli regolari che temono di veder catturato, rinchiuso ed espluso da un momento all'altro un parente o un amico irregolare, senza la possibilità di appellarsi ad un giudice o ad un avvocato per risolvere la situazione.
Penso a questi nigeriani, ad alcuni che conosco da tempo, donne che sono state costrette a prostituirsi per anni, uomini che hanno attraversato a piedi il deserto, gente dura, forgiata, determinata e che per assurdo proprio oggi, che sono finalmente regolari, con il permesso di soggiorno, un lavoro, una casa e una famiglia, si sentono più insicuri ed hanno paura di ritornare irregolari o di non poter aiutare un parente clandestino a sistemarsi.

E allora ci si affida alla fede, non resta che pregare.
Dacci oggi il nostro permesso di soggiorno quotidiano e non ci indurre in clandestinità ma liberaci dalla Lega.
Amen

Asti, 26 luglio 2010