sabato 1 gennaio 2011

dis-tratta

Non mi ricordo bene se era il 2005 o il 2006, ricordo però con certezza che era il 26 dicembre. Aria di festa.
Qualcuno ci aveva informati che in un paese vicino ad Acqui Terme alcuni nigeriani avevano organizzato una festa e l'invito era aperto a tutti.
Decidiamo così di andarci, siamo una decina, un paio di operatori di ACT (Associazione Contro la Tratta), alcune ragazze della casa di accoglienza, qualche amico in ordine sparso.
C'è nebbia, nessuno conosce con certezza il nome e l'ubicazione del paesino, seguono telefonate frenetiche con fantasiosi interlocutori quantomeno inaffidabili. Sono quasi sempre nigeriani che si trovano alla festa per caso, continuano a dire Acqui, vicino Acqui, Alessandria... Sì, va bene, lasciamo perdere...
Poi alla fine un volenteroso decide di venirci a recuperare davanti alla stazione di Acqui, più o meno due ore dopo da quando siamo partiti.
E' inverno, fa freddo e c'è nebbia, inganniamo l'attesa scolando grappa al bar della stazione.
Arriviamo alla meta verso le 18, ormai è buio, si parcheggia in una piazzetta e ci dirigiamo verso il salone parrocchiale, la festa è lì.
Ampia sala, molti black boy tirati a lucido con le immancabili scarpe finto pitone dalla punta enorme, giovani e sensuali ragazze danzanti, matrone nigeriane in abiti tradizionali dai colori sgargianti e copricapi pavoneschi.
C'è anche un pastore pentecostale, un omone di due metri che indossa una specie di caftano azzurro con ricamata sul petto una bella croce bianca 40 x 60.
Ci sediamo ai tavoli ed una giovane ragazza inizia a portarci birre, bibite e piatti di riso in salsa piccante.
Sembra una bella festa, non c'è molta gente, ma il ritmo è quello giusto.
Al tavolo dei celebrati ci sono due donne sui 40 anni, molto eleganti, vestite Armani-Versace-DolceGabbana.
Qualcuno di noi inizia a ballare, altri si dilettano nella degustazione delle birre, tutti si chiacchiera allegramente.
C'è solo Stella, una delle ragazze nigeriane che è venuta con noi, che non si diverte, fissa con cattiveria una delle signore sedute all'High Table dei celebrati.
Qualcosa non va?
No, uncle, niente.
La situazione mi intriga, c'è qualcosa di strano, vorrei capirci di più e così mi metto in disparte e fisso anch'io il gruppo dell'High Table.
Ad un certo punto una delle due signore chiama il pastore pentecostale, i due confabulano per un pò, partono un paio di occhiate verso Stella, poi il pastore sposta lentamente la sua mole verso di noi, si avvicina a Stella e le chiede se più seguirlo un po' più in là, deve parlarle.
Stella, tutto bene?
No problem, is OK.
Poco distante Stella e il pastore iniziano a discutere con fare serio, il pastore sembra voler convincere Stella di qualcosa, ma lei invece appare decisamente contrariata.
Poi saluta e torna da noi.
E' tutto un parlottare nel nostro gruppo di nigeriani, e come al solito, non capisco niente.
Il pastore intanto è tornato all'Hight Table e sta riferendo alle due celebrate il resoconto dell'ambasciata.
Tutto ad un tratto mi accorgo che nella sala qualcosa è cambiato, nessuno balla più, molti nigeriani si sono stretti intorno all'High Table, mentre il nostro gruppo è serrato intorno a due tavolini stracolmi di bottiglie semivuote. Solo i bambini continuano a vociare e scorrazzare come se niente fosse.
Avvicino un amico nigeriano per avere qualche informazione in più.
What happen?
This womam, e mi indica una delle celebrate, è la madam di Stella. Lei prima è in prigione, Stella l'ha mandata in prigione, ma adesso lei uscita, c'è indulto.
Cazzo.... alla festa di una madam che abbiamo mandato in prigione...
Tira un'aria brutta.
E adesso che si fa?
Niente, mi risponde il mio amico, si sta qui.
Chiamo Stella, allora cosa voleva il pastore?
Quello dice che la mia madam vuole che facciamo la pace, dice che adesso è tutto a posto, vuole che torniamo a parlare.
E tu che hai risposto?
Di lasciarmi stare, l'ho già mandata in prigione una volta, se non mi lascia stare la mando un'altra volta. Io non ho paura .
Vuoi che ce ne andiamo?
E perchè? Questa è una festa, ci hanno invitati, perchè dobbiamo andare via?
E brava Stella. La guardo soddisfatto.
Ci scambiamo occhiate complici, poi con sfida osserviamo il gruppo avversario. C'è aria di scontro, una bella rissa natalizia afro-piemontese, l'adrenalina sale, l'eccitazione è a mille.
Si aspetta solo che qualcuno dia il segnale per dare inizio alle danze.
Devo ammettere che la situazione mi diverte molto. Sono ormai molti anni che non mi lancio in una rissa.
Poi un bel ragazzo si stacca dal gruppo della madam e si avvicina a Stella.
Ci siamo, penso.
Le sussurra qualcosa nell'orecchio, congiunge le mani e china il capo, poi si defila e lascia la festa.
Stella, chi era quello?
E' il fidanzato della mia madam.
E cosa voleva?
Lui viene a dirmi che non c'entra niente, lui con me stato sempre bravo, io non deve dire il suo nome a polizia, lui non vuole avere grane con me e anche con te.
Con me? Ed io che c'entro? Manco lo conosco.
Tu sei Alberto, quello che ruba le ragazze alle madam, tanti sanno il tuo nome.
Mah...
Alla spicciolata molti nigeriani del gruppo della madam salutano, si vestono e iniziano a andarsene.
Dopo mezz'ora anche la madam è andata via, la festa ormai è in mano nostra, chiamiamo una ragazza e le ordiniamo altre birre, naturalmente offerte.
Si fa festa fon alle 22, quando il vice parroco ci dice che è ora di liberare la sala, salutiamo i pochi rimasti e torniamo ad Asti soddisfatti.
ACT 1 - Madam 0.
Ho saputo nel tempo che questa storia è diventata quasi una leggenda metropolitana nel circuito dei nigeriani. Si parla ancora adesso di Stella e dei suo amici di Asti, che hanno fatto scappare una madam proprio dalla festa che questa aveva organizzato per festeggiare la ritrovata libertà.
Un modo un pò inusuale per combattere i trafficanti di esseri umani.

20 gennaio 2011